domenica 19 ottobre 2008

mercoledì 15 ottobre 2008

Miracolo a Sant'Anna ** 1/2

genere: azione/drammatico/thriller/guerra
regia: Spike Lee
anno: 2008
durata: 160'
titolo originale: Miracle at St. Anna
cast: Derek Luke, Michael Ealy, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Pierfrancesco Favino, Matteo Sciabordi, Valentina Cervi, John Turturro, John Leguziano, Omero Antonutti.
la curiosità: Naomi Campbell "ha rischiato" di essere inserita nel cast del film. Fortunatamente ciò non è più accaduto.


Preceduto da giorni e giorni di lunga polemica arriva nelle nostre sale uno dei film più discussi degli ultimi tempi....


Settembre 1944, Toscana.
La 92 esima divisione "Buffalo Soldier", composta interamente da soldati di colore viene quasi completamente massacrata dai tedeschi lungo il fiume Serchio.
Sono 4 i soldati sopravvissuti a tale scontro e riusciti ad attraversare il fiume. Nel giro di poche troveranno un bambino che decideranno di salvare e portare al più presto in un luogo sicuro. Sarà questo il motivo che condurrà i 4 soldati (Stamps, Bishop, Hector e Train) e il piccolo Angelo in un paesino sperduto tra le montagne toscane in attesa di nuove istruzioni dal comando.


Produzione per metà americana e metà italiana (On my own di Roberto Cicutto e Luigi Musini, Rai Cinema, Spike Lee e il sostegno della regione Toscana), l'ultimo film del regista di Atlanta si lascia vedere ma delude in gran parte le attese.

Il film parte molto bene.
1984. A rompere l'iniziale armonia dello spettatore è un imprevedibile colpo di scena che lascia tutti stupefatti. Da quel momento sino alla fine il film si svilupperà a modo di puzzle ossia spiegando, tramite un tuffo nel passato, le cause che hanno portato a tale avvenimento.
Eccezion fatta per i minuti iniziali, tutta la prima parte del film risulta essere caratterizzata da un' eccessiva lentezza. Alcune scene, neanche di fondamentale importanza sembrano interminabili.
A una prima lenta parte corrisponde invece una seconda parte molto più avvincente ed emozionante.

Costruito volutamente per avere un forte effetto visivo ed emotivo, il film da quel punto di vista si può dire sicuramente riuscito in quanto di fronte a certe scene, a certi sguardi, rimane difficile per qualunque essere umano dotato di un minimo di sensibilità, non commuoversi.
Difetto del film è senz'altro il fatto di affrontare, oltre alla tematicha principale della guerra, tutta una serie di argomenti secondari ruotanti intorno a quest' ultima.
Primo su tutti il tema del razzismo. D'altronde chi conosce un minimo Spike Lee sa che in tutti i suoi film non manca mai una forte denuncia riguardo ciò. Anche in Miracolo a Sant' Anna Lee sottolinea l'intolleranza americana, e non italiana nei confronti dei Buffalo Soldiers.
E ancora si parla di religione con conseguente digressione, tramite una discussione tra un soldato credente e uno non credente sull'esistenza o meno di Dio.
Ma non è finita. Si parla anche della famiglia. Della famiglia partigiana in questo caso e dei relativi rapporti.
Non mancano poi i tentati dibattiti tra l'ideologia fascista e la lotta partigiana.
Insomma di tutto e di più. Un mettere tanta carne al fuoco che sicuramente non avvantaggia il film.

Nonostante il lungo elenco di attori e comparse i personaggi risultano essere abbastanza caratterizzati.
Altra nota negativa è il dialogo, per la maggior parte delle volte scontato e banale, caratterizzato dai soliti luoghi comuni. Senza contare alcune scene surreali: vedi tedesco che regala una pistola a un americano.
Altro fatto irritante è la costruzione del binomio soldato Train-Angelo. Tutto sembra già visto. Si ha l'impressione di rivedere Forrest Gump (il soldato Train che si affeziona al bambino ricorda Tom Hanks) e la Vita è Bella (per quanto riguarda il bambino).
Ultimo punto interrogativo riguarda la lingua parlata, la comunicazione tra i personaggi. Non si sa come ma i fiorentini nel film comprendono a meraviglia l'inglese e viceversa. Persino il piccolo Angelo di 8 anni non ha problemi a dialogare con i soldati. Cosa un pò bizzara e alquanto imbarazzante dato che bastava accompagnare una comunicazione più difficoltosa dall'utilizzo del linguaggio del corpo.

Altra nota di demerito riguarda il cast. Attenzione, non che il film sia privo di attori di valore, vedi John Turturro, Luigi Lo Cascio, Pierfrancesco Favino (miglior attore del film), tuttavia questi nell'arco di tutto il film ricoprono parti minime. Gli attori di maggior presenza invece sono tutti sconosciuti e scelti personalmente da Spike Lee. Su tutti il piccolo Matteo Sciabordi nei panni di Angelo.

Spike, stavolta il miracolo non t'è riuscito.


giovedì 2 ottobre 2008

The Mist ***

genere: horror/fantascienza/thriller
regia: Frank Darabont
anno:
2007
durata:
126'
titolo originale: Stephen King’s The Mist
cast:
Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Laurie Holden, Andre Braugher, William Sadler, Toby Jones, Nathan Gamble
la battuta:
"Portaci almeno dove c'è meno nebbia"





Dal regista de " Il miglio verde" e "Le ali della libertà", un nuovo horror tratto da un libro di Stephen King....



Una terribile tempesta colpisce una piccola cittadina del Maine. Qui vive David Drayton, disegnatore di locandine per Hollywood, con sua moglie e suo figlio Billy. All'indomani della furiosa bufera David si reca in paese accompagnato dal figlio e dal vicino Brent per comperare viveri e attrezzi al fine di riparare i numerosi danni avvenuti nella notte.
Giunti al supermercato si renderanno presto conto che un' insolita nebbia ha invaso il paese e circonda completamente il supermercato nascondendo al proprio interno creaure demoniache pronte ad assalire il negozio.
Partirà da qui la lotta alla sopravvivenza di un nutrito gruppo di persone le quali però incontreranno non pochi ostacoli.

Con questa pellicola risorge in parte un genere che negli ultimi anni è stato sempre più oggetto di prodotti qualitativamente scadenti per usare un eufemismo.

In questa ennesima trasposizione di un' opera del maestro del terrore, Frank Darabont utilizza tutti gli strumenti giusti per creare un buon film di tale genere.
Innanzitutto il luogo. Il supermercato, dove si svolge la maggior parte del film, è perfetto per la sensazione claustrofobica che, grazie anche all'aiuto della fotografia a rendere tutto pù afoso, si avverte sin dall'inizio.
In secondo luogo i personaggi. Trovandoci in un supermercato la situazione offre un'ampia gamma di personaggi: da camionisti bifolchi, a scettici incalliti, commesse innamorate, forze dell'ordine, anziani, bambini fino a fanatici religiosi. E sarà proprio una fanatica religiosa, Mrs. Carmody, a creare più confusione di quanto già non ce ne fosse per la situazione in sè.
Interpretata da una Marcia Gay Harden (Into the wild, Mystic River, Pollock) in stato di grazia e sempre perfetta per i ruoli da disturbata, Mrs Carmdoy risulta essere uno dei personaggi più importanti nel corso della storia.

Approfittando infatti dello spavento generale, e aiutata dall'esatta previsione di ogni singolo avvenimento, riuscirà a creare intorno a sè una piccola congregazione di menti impaurite ormai prive di razionalità, rendendo ancor più instabile la situazione.
Palese in questo caso il messaggio del regista volto a sottolineare la bestialità dell'uomo in casi di cattività e a cosa sarebbe disposto a fare pur di sopravvivere.
Su questo sfondo, nei panni del buono di turno, troviamo Thomas Jane, discreto attore già visto nei panni di "The punisher".

Per quanto riguarda la colonna sonora è assente per quasi tutta la durata del film, tranne nel finale quando i Dead Can Dance regalano un'atmosfera a dir poco suggestiva.

Finale che farà molto discutere. Volutamente e coraggiosamente cambiato dal regista in accordo con lo stesso autore del romanzo King, il finale si rivela shoccante, cinico, forse non propriamente adatto, cattivo secondo alcuni punti di vista.

Sicuramente uno dei pochi horror che poi horror al 100% non è, che valga la pena vedere da vari anni a questa parte.

Nei cinema dal 10 Ottobre.