venerdì 21 novembre 2008

Risultato sondaggio "007 PREFERITO"

Eccomi di nuovo qua.
Il sondaggio lanciato due settimana fa è stato chiuso da poco. E con la chiusura si ha il risultato.
Lo 007 preferito dalla maggior parte dei votanti è sicuramente l'intramontabile Sean Connery.
Si fa valere anche l'affascinante Pierce Brosnan.
L'ultimo Bond invece, Daniel Craig, riscuote meno consensi.
Contentino per Moore.
Ignorati Dalton e Lazenby.

Ecco le statistiche:
-Connery 47%
-Brosnan 30%
-Craig 17%
-Moore 4%
-Dalton 0%
-Lazenby 0%

martedì 18 novembre 2008

La 25esima ora ****

Ciao a tutti, eccomi finalmente qui per spiegarvi il perché del nome del mio blog, qualora qualcuno di voi se lo fosse chiesto. "C'è mancato poi che non succedesse mai..." infatti è una citazione tratta dalla sequenza finale di uno dei miei film preferiti degli ultimi anni: la 25esima ora (2002).

Regista della pellicola è un grande Spike Lee che come sempre nella sua carriera durante la quale si è costantemente occupato di grandi temi politici e sociali quali razzismo e violenza solo per citarne alcuni, torna ad occuparsi di un altro grande problema presente al giorno d'oggi : la droga. La 25esima ora parla della storia di Montgomery (per gli amici Monty) Brogan (Edward Norton), uno spacciatore sorpreso con una somma non indifferente di denaro sporco nella propria abitazione. Condannato a 7 anni di carcere Monty cerca di utlizzare al meglio il suo ultimo giorno di libertà durante il quale si riavvicina a tutti gli affetti più cari per lui, dalla fidanzata Naturelle Riviera, al padre con cui non ha mai avuto un grande rapporto e ai suoi due migliori amici Frank e Jacob. Tormentato dal dubbio che qualcuno possa aver fatto una soffiata cerca di prepararsi psicologicamente a ciò che lo aspetterà per molto tempo. Il film apre con una forte immagine, quella di un cane morente in cui Monty vede se stesso e tutti quei giovani che ogni giorno sfidano il mondo per cercare scorciatoie a volte con modi non adeguati e giusti. Sullo sfondo un triste e opprimente Ground Zero raso al suolo, li dove una volta sorgeva il World Trade Center e dove ora il tutto è dominato da due fari. Tratto dal romanzo di David Benioff (che ho letto ed è moto bello) il film è molto fedele grazie anche alla collaborazione di quest'ultimo con il regista che gli ha permesso di scrivere la sceneggiatura. Un cast d'eccezione come detto sopra che vede la presenza di un sempre più grande e completo Edward Norton(Fight club, le crociate, the italian job, frida) che secondo me con questa pellicola afferma ancora una volta che il suo posto è quello lassù, quello tra i grandi. Intorno a lui la bella quanto brava Rosario Dawson nei panni della fidanzata, Philip Seymour Hoffman con già all'attivo una notevole quantità di film nei panni dell'amico Jacob, Barry Pepper che interpreta l'altro amico Frank e un esperto Brian Cox nei panni del padre. Il tutto condito da grandi musiche firmate Terence Blancardh (tra cui quella di sottofondo del blog :-) ). Insomma gli elementi ci sono tutti per un gran bel film che nonostante i temi trattati scorre bene e che alla fine fa rimpiangere di essere già finito. Da antologia del cinema secondo me e destinato ad entrare di diritto nei monologhi più belli finora esistenti, quello di Edward Norton rivolto allo specchio del ristorante cui va con il padre. Qui sotto potete vedere due video tratti dal film uno dei quali è il monologo multietnico sopra citato del grande Edward Norton:


Alcune immagini tratte dal film: Qui

lunedì 17 novembre 2008

L'amore tradotto - di Sofia Coppola (2003) *** 1/2

Locandina Lost in Translation
Genere: commedia/drammatico

regia: Sofia Coppola 
anno: 2003
durata: 102’
titolo originale: Lost in Translation
cast: Bill Murray, Scarlet Johansson, Giovanni Ribisi, Anna Faris
la battuta: "Più conosci te stesso e sai cosa vuoi, meno ti lasci travolgere dagli eventi..."
la curiosità: In concorso alla 60 Mostra del Cinema di Venezia. Vincitore del premio per la "miglior sceneggiatura".




Sofia Coppola alla sua opera seconda vince e convince....

Attore 50enne affermato e pluripremiato Bob Harris è ormai sul viale del tramonto. Convinto da una ricca offerta da 2 milioni di dollari, si trova a Tokyo per girare lo spot di un famoso whisky. Uomo dalla grande personalità Bob si trova ad affrontare interiormente un periodo di crisi della sua vita. Dopo 25 anni di matrimonio sente che l'amore per sua moglie non è più quello di una volta e il rapporto con i figli non è dei migliori. La notte non dorme e l'opportunità di lavorare a Tokyo, lontano dalla sua famiglia e dalla sua vita quotidiana, gli permette di riflettere a lungo. Charlotte è una ragazza giovane e carina, appena 20enne, ma già sposata. Suo marito, nto fotografo, è quasi sempre via per lavoro e ciò non fa che indebolire il loro rapporto. Insicura sul proprio futuro, e preoccupata da una scelta, forse troppo sbrigativa, come quella di sposarsi, Charlotte si sente, come Bob, sola. Sarà quest'elemento in comune che permetterà il loro incontro e che li aiuterà, da anime solitarie perse nel dubbio, a ritrovare certezze ed emozioni vere come quelle dell'amore.

Reduce dal successo ottenuto con "Il giardino delle vergine suicide" del 1999 Sofia Coppola, talentuosa regista, figlia del più celebre Francis.F., conferma con Lost in Traslation il suo talento.

Sono troppi gli elementi che fanno di Lost in Translation (mi riferirò al film sempre col titolo originale, in quanto quello in lingua italiana, come succede con molti altri film, è pessimo) un buon film. La storia che nasce tra i due protagonisti potrà non essere originale nella parte iniziale, ma la scelta di non farla culminare col rapporto sessuale è apprezzabile e dà al film un tono diverso dalle solite commedie sentimentali. 
Sullo sfondo di una Tokyo mostrata a 360° dalla regista, dalle scene notturne ai momenti appena precedenti l'alba, e protagonista quanto i due attori principali, nasce il sentimento dei due protagonisti. Sentimento vero, forte, autentico, fatto di sguardi, di silenzi, di dolcezza, di intimità interiore. Dolcissima la scena in cui si trovano a casa di amici a cantare con il karaoke in cui un Murray triste e malinconio regala un momento di pura emozione interpretando "More than this". Ed è questa la sensazione che si prova guardano il film, l' emozione di trovarsi di fronte a qualcosa di privato, di intimo che fa rimanere col fiato sospeso fino alla fine. Bob e Charlotte si incontrano, si sfiorano, si capiscono, ma non si uniscono mai. E se da un lato ciò potrebbe dispiacere, dall'altro sarà proprio questa situazione che permetterà al loro desiderio, al loro amore di non morire mai e di rimanere in eterno.
Bill Murray e Scarlet Johansson sono perfetti per le rispettive parti. Murray ormai non ha bisogno di commenti, la Johansson invece merita i complimenti in una, probabilmente, delle migliori interpretazioni della sua carriera.
Ma Lost in Translation è il film di anche un altro incontro, quello della civiltà occidentale con il mondo orientale che la regista a volte affronta anche con un leggero sarcasmo. Impossibile non trovare divertenti le molte situazioni in cui Bob "Murray" Harris viene a contatto con tale mondo. La scena in cui si gira lo spot ed imita Roger Moore in 007 è da antologia del cinema.

Come non parlare della colonna sonora. Accurata e adatta in ad ogni momento del film, spazia da vecchi acclamati successi, a brani più particolari e ricercati.

Film di una semplicità unica ma al contempo magico, poetico, in cui le emozioni fanno da padrone. Capisco che a molti non potrà piacere, ma merita di essere visto almeno una volta, perchè l'obiettivo della regista è chiaro "ritrovare se stessi" e al giorno d'oggi è cosa sempre più attuale.

venerdì 7 novembre 2008

E tu...chi preferisci?

Contemporaneamente all'uscita nelle sale cinematografiche dell'ultimo 007 "Quantum of Solace", vi propongo un sondaggio (nella colonnina di sinistra) sul miglior 007 di sempre. Partecipate numerosi.

-Sean Connery






-George Lazenby










-Timothy Dalton









-Roger Moore








-Pierce Brosnan








-Daniel Craig



sabato 1 novembre 2008

Pride and Glory - Il prezzo dell'onore - di Gavin O'Connor (2008) ***

Genere: thriller/poliziesco
regia: Gavin O’Connor
anno: 2008
durata: 130’
titolo originale: Pride and Glory
cast: Edward Norton, Colin Farrell, Noah Emmerich, Jon Voight, John Ortiz, Frank Grillo, Jennifer Ehle
la battuta: "Quello che fa sembrare i poliziotti colpevoli non va bene"

la curiosità: Presentato in concorso nell'edizione 2008 del Festival
internazionale del Film di Roma.

Tra i film più attesi dell’edizione 2008 del Festival di Roma questo “Pride and glory” firmato Gavin O’Connor…


Durante una sera invernale prossima al Natale quattro poliziotti della squadra narcotici rimangono uccisi in un agguato.
Capo della squadra narcotici è Francis Tierney (Noah Emmercih), figlio del capo della sezione di Manhattan Francis Senior (Jon Voight) e fratello dell’ ex-membro delle forze armate Raymond Tierney (Edward Norton).
Fuori dall’attività da oltre due anni, Ray accetta, su richiesta del padre, di mettersi al comando della task force del caso per trovare il colpevole di un così orribile sterminio.
Restio alla indagini, poiché i poliziotti deceduti erano sotto il comando del fratello e al fianco del cognato Jimmy (Colin Farell), Ray seguirà la sua pista che lo porterà a scoprire qualcosa che non avrebbe mai pensato….

Come tutti gli ultimi thriller/polizieschi che si sono susseguiti negli ultimi anni, da “I padroni della notte” a “The Departed” fino alla recente “La notte non aspetta”, anche Pride and Glory sceglie di raccontare il mondo della corruzione all’interno della polizia.
Poliziotti dai grandi valori che per avidità, fama di potere, possibilità di far carriera, decidono di scendere a compromessi col lato oscuro. Lato oscuro che sin da piccoli sognavano di combattere con tutti i mezzi.
Ma Ray non accetta tutto ciò. A distanza di due anni da un evento che lo vide protagonista in negativo e che lo convinse a lasciare il corpo di polizia, ora sente il bisogno di fare ciò che è giusto anche a costo di distruggere tutto ciò per cui si è lavorato per anni.

Su questo cupo scenario, con ambietazione prevalentemente notturna, si trovano ad agire i personaggi, con i loro dubbi e le loro incertezze.
Essere leali verso quell’istituzione verso cui si è scelto di giurare fedeltà assoluta o lasciarsi sedurre dal lato oscuro che potrebbe facilitare tutto? La via più lunga o la strada più breve? E’ questo il dubbio che martella i nostri protagonisti lungo l’intera durata del film, ma alla fine la risposta può essere soltanto una. E ognuno prenderà la propria decisione.

Che si abbia l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di già visto è normale. I film di tale genere sono molti e trovare qualcosa di originale è sempre più difficile. Il film è abbastanza lineare, non tenta soluzioni nuove ma ,nonostante questo, rimane un prodotto di alta professionalità e qualità che, nonostante i 130 minuti e un inizio un po’ lento, scorre bene dando un buono spettacolo.

Qualità garantita in grande parte dal cast stellare a disposzione del regista. Ed Norton col suo fascino intelligente e malinconico si conferma attore poliedrico di grande spessore. Noah Emmerich si dimostra al livello del suo collega. A completare il quadro un sempre arzillo Jon Voight e Colin Farrel, quest’ultimo in pista con un ruolo ancora diverso dagli altri suoi film.