domenica 8 giugno 2008

Reservation road ***


Storia di un profondo dramma familiare. Di ritorno da un match di baseball col figlioletto Lucas, Dwight (Mark Ruffalo)
vedrà in una notte cambiare la sua vita....



Dwight è il padre di Lucas, quarantenne separato dopo 8 anni di matrimonio dalla moglie Ruth. La grande passione che accomuna padre e figlio è il baseball e in particolare la squadra dei Red Socks. Di ritorno da una partita i due fanno tardi nel tornare a casa e così sopraggiunge la notte. Parallelamente si sviluppa la storia di un'altra famiglia, tradizionale e ben collaudata. Ethan (Joaquin Phoenix) e Grace (Jennifer Connely) sono i genitori di Emma e Josh. A loro insaputa le storie di queste due famiglie finiranno inevitabilmente con l'intrecciarsi. Percorrendo la Reservation Road infatti Dwight, distratto dagli abbaglianti di un camion, finirà per colpire a grande velocità il piccolo Josh che si trovava in prossimità del ciglio della destra per liberare delle lucciole catturate in precedenza. Affidato il caso alla polizia, trascorreranno mesi senza arrivare a nessuna conclusione. Ethan a quel punto, in preda alla rabbia e alla vendetta, deciderà di intraprendere una giustizia personale cominciando delle personali ricerche...
Terry George che già ci aveva fatto piangere con Hotel Rwanda nel 2004 ritorna 3 anni dopo con un altro dramma altrettanto commovente e dilaniante. 
Questa volta il film non ruota attorno a polemiche razziali e alla guerra bensì ad una situazione quotidiana, di quelle che possono capitare ogni giorno a chiunque di noi. Un lutto è sempre difficile da affrontare e se si tratta di un bambino di appena 10 anni a volte risulta ancor più doloroso.
Questa è la situazione di Ethan, padre legatissimo al proprio figlio e alla famiglia tutta.
La storia mette a confronto queste due famiglie come facce di una stessa medaglia con i relativi rapporti padre figlio particolarmente sottolineati.
Da una parte la tradizionale famiglia felice e serena, dall'altra un divorzio che nonostante tutto non finisce per intaccare il legame tra padre e figlio.
Il film è incentrato principalmente sulla tecnica della suspence.
I fatti si conoscono sin dall'inizio quindi lo spettatore non deve scoprire nulla di nuovo ma semplicemente aspettare il dispiegarsi degli eventi e delle future possibili reazioni da parte dei protagonisti incriminati.
Onore e meriti al regista che riesce come sempre a contraddistinguere le sue pellicole con le emozioni personali ed intime dei singoli personaggi approfondendo la loro parte psicologica. Meriti però anche allo stupenda recitazione del cast principale.
Joaquin Phoenix e Mark Ruffalo sono uno spettacolo nell' interpretare il primo, un padre accecato dalla rabbia e dalla vendetta per il vuoto lasciato dentro di lui dalla scomparsa del figlio, il secondo un padre altrettanto buono ma mangiato interiormente dal rimorso e dalla colpa. Jennifer Connely nella parte della fragile moglie di Ethan regala anche lei una buona prestazione recitativa.
Il tema è quindi quello della morte. Della morte su strada nel caso specifico. Come già in Hotel Rwanda è possibile leggere dietro la regia un intento di denuncia verso questo tipo di accadimenti che la maggior parte delle volte tendono a premiare i colpevoli e a non tutelare maggiormente le vittime.
Promosso.